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FSC - via alla cabina di regia per il 2014-2020

|Novità
23 marzo 2016

Parte la cabina di regia per la gestione dei fondi di sviluppo e coesione del periodo 2014-2020.

Foto: Tiberio Barchielli

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E’ stato appena pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il Dpcm che attiva il nuovo organismo. Sarà incardinato presso Palazzo Chigi e avrà il compito di gestire la programmazione delle risorse FSC del prossimo ciclo. La novità non è solo formale, ma ha implicazioni strategiche molto importanti, dal momento che questa programmazione sarà gestita con più forza a livello centrale da Palazzo Chigi, puntando sulla competizione tra le varie aree del Paese e sulla creazione di piani nazionali. Sarà superato, insomma, il modello rigido che lascia a ogni Regione una gestione separata dei fondi. Maggiore attenzione, poi, sarà data al monitoraggio della spesa.

La composizione della Cabina

La Cabina di regia, secondo quanto spiega il decreto, sarà composta dall’Agenzia per la coesione, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con funzioni di segretario del Cipe, dal ministro per gli Affari regionali, dal ministro per l’attuazione del programma di Governo, dal responsabile delle Infrastrutture. Fuori dal Governo, siederanno al tavolo anche un presidente di Città metropolitana indicato dall’Anci e il presidente della Conferenza delle Regioni, insieme ad altri rappresentanti dei governatori.

Via ai piani operativi nazionali

Tutti questi soggetti, nel quadro della Cabina, dovranno confrontarsi sulla definizione “dei piani operativi per ciascuna area tematica nazionale, recanti l'indicazione dei risultati attesi e delle azioni e dei singoli interventi necessari al loro conseguimento”. Inoltre, saranno indicati i soggetti attuatori dei singoli piani, i tempi di attuazione e le modalità di monitoraggio, “nonché l'articolazione annuale dei fabbisogni finanziari fino al terzo anno successivo al termine della programmazione 2014-2020”. In pratica, rispetto al passato ci sarà un monitoraggio rafforzato della spesa a livello centrale.

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Struttura di raccordo

L’idea di fondo del Dpcm è che la nuova struttura possa assicurare un raccordo politico, strategico e funzionale in fase di spesa dei fondi, facilitando “un’efficace integrazione tra gli investimenti promossi” e “una più stretta correlazione con le politiche governative per la coesione territoriale”. In caso di ritardi nell’impiego del denaro, la Cabina potrà proporre nuove destinazioni per i finanziamenti disponibili, “in ragione della realizzazione tempestiva degli investimenti”. Un potere di spostare i fondi che dovrebbe costituire un importante incentivo per i governatori.

Risorse per 54,8 miliardi

La struttura avrà il compito di occuparsi di risorse che valgono complessivamente 54,8 miliardi di euro tra il 2014 e il 2020. La loro ripartizione territoriale, come imposto dalle regole europee, privilegia il Mezzogiorno, che è destinatario dell’80% del denaro. Al Centro Nord andrà soltanto il residuo 20%. Ma non solo. Le sue competenze saranno estese anche agli interventi complementari a quelli finanziati dai fondi europei.

Nuovo approccio per i fondi

Quindi, la novità principale della struttura si trova proprio nel nuovo approccio che punta a creare nella spesa dei fondi di coesione. La programmazione sarà portata avanti per piani nazionali, monitorati a livello centrale, superando così l’allocazione delle risorse attraverso il riparto rigide tra le Regioni. Dovrebbe, invece, prevalere un meccanismo maggiormente competitivo all’interno dei contenitori finanziari delle due macroaree previste dalle regole europee.

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